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2015

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Il MACRO ricorda il maestro Francesco Guerrieri, scomparso lo scorso 24 agosto

Il MACRO ricorda il maestro Francesco Guerrieri, scomparso lo scorso 24 agosto all’età di ottantaquattro anni.

Protagonista fin dai primissimi anni sessanta delle ricerche gestaltiche, programmate e strutturaliste, Guerrieri fonda il Gruppo 63 con Di Luciano, Drei e Pizzo. Tra le grandi mostre più recenti cui ha partecipato, oltre l’ampia sua retrospettiva nel 2012 al MACA - Museo Arte Contemporanea di Acri, ricordiamo Percorsi riscoperti dell’arte italiana 1947-2010 nella Collezione VAF/Stiftung al MART di Rovereto nel 2011; Arte Cinetica e Programmata alla GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 2012; Arte Programmata y Cinetica Italiana al MACBA Museo de Arte Contemporàneo de Buenos Aires e al MACLA de La Plata (Argentina) nel 2013 e nel 2014.

A partire dagli anni ’60-’70 fra le principali testimonianze critiche sul suo lavoro si segnalano quelle, tra gli altri, di Argan, Bonito Oliva, Celant, Menna. Sue opere sono nelle collezioni della GNAM - Galleria Nazionale d’Arte Moderna, della Quadriennale d’Arte a Roma, nella Collezione VAF/Stiftung presso il MART di Rovereto e Trento, nel MADI Museum di Dallas (U.S.A.), e in quaranta altri Musei in Italia e all’estero.

Al MACRO, il maestro aveva di recente donato la sua opera “Autoritratto Interno d’Artista”, 2015, la cui acquisizione è in corso di perfezionamento a cura della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

 Gabriele Simongini

 

COMUNICATO STAMPA

Francesco Guerrieri, protagonista fin dai primissimi anni sessanta delle ricerche gestaltiche, programmate e strutturaliste, è scomparso oggi a Soverato (Catanzaro), assistito dall’amata nipote Concetta, dopo una breve ma devastante malattia.

Signore d’altri tempi nei modi e per educazione, uomo coltissimo e sensibile, fino all’ultimo ha pensato ai suoi tanti progetti in cantiere, fra cui la mostra antologica in programma l’anno prossimo al MARCA di Catanzaro.

Nato a Borgia (CZ) nel 1931, ha vissuto dal 1939 a Roma. Dopo un ciclo, iniziato nel 1958, di opere informali polimateriche ha realizzato le sue prime opere di ricerca gestaltica sul finire del 1962 e ha fondato il Gruppo 63 con Di Luciano,Drei e Pizzo. Nel settembre 1963 ha formato con Lia Drei lo Sperimentale p. che ha operato fino ai primi anni ‘70 in una posizione d’avanguardia nell’ambito dell’Arte Programmata e dello strutturalismo. Nel corso degli anni ’70 ha realizzato il ciclo Il quadro luce poi culminato nella grande opera- ambiente Immarginazione al Palazzo delle Esposizioni di Roma (1978). Da questa esperienza è derivato alla fine del 1979 il ciclo “Interno d’Artista” che, dopo le realizzazioni di Metapittura, condurrà ai percorsi più recenti, sempre in “direzione Infinito” come ben evidenziato nel 2014 dalla mostra personale al Valmore Studio d’Arte di Vicenza curata da Gabriele Simongini.

A partire dagli anni ’60-’70 fra le principali testimonianze critiche sul suo lavoro si segnalano quelle, tra gli altri, di Argan, Bonito Oliva, Celant, Menna. Sue opere sono nelle collezioni della GNAM - Galleria Nazionale d’Arte Moderna, del MACRO e della Quadriennale d’Arte a Roma; nella Collezione VAF/Stiftung presso il MART di Rovereto e Trento, nel MADI Museum di Dallas (U.S.A.), e in quaranta altri Musei in Italia e all’estero. Tra le grandi mostre più recenti cui ha partecipato, oltre l’ampia sua retrospettiva nel 2012 al MACA - Museo Arte Contemporanea di Acri, ricordiamo Percorsi riscoperti dell’arte italiana 1947-2010 nella Collezione VAF/Stiftung al MART di Rovereto nel 2011; Arte Cinetica e Programmata alla GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 2012; Arte Programmata y Cinetica Italiana al MACBA Museo de Arte Contemporàneo de Buenos Aires e  al MACLA de La Plata (Argentina) nel 2013 e nel 2014. Nel 2005 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Taverna, patria del grande pittore Mattia Preti.

Non si può comprendere pienamente e profondamente la ricerca di Guerrieri senza pensare a quella della sua amatissima compagna di vita e d’arte Lia Drei (alla quale, tra l’altro, si deve probabilmente l’impulso primario per il forte interesse di entrambi verso la multiforme bellezza della natura) e viceversa fino ad immaginare un solo universo creativo ed umano in cui le differenti personalità di Lia e Francesco hanno portato in termini qualitativi ad una “somma” che supera le singole “parti”.

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Gabriele Simongini, www.artribune.com, 24 agosto 2015

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20/05

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La Quadrilogia del Triangolo rettangolo di Lia Drei al MACRO di Roma (20 maggio 2015)

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